Sanremo 2023 le pagelle della seconda serata

Piaceri

Sanremo 2023 le pagelle della seconda serata

| Elisabetta Malantrucco

La prima serata del Festival di Sanremo ha segnato un boom di ascolti col 62,4% di share. Il famoso boicottaggio, per via del messaggio del Presidente ucraino previsto sabato sera, a quanto pare non ha funzionato. Di certo Sergio Mattarella, Benigni, la curiosità verso il debutto televisivo di Chiara Ferragni - per non parlare dell’effetto Amarcord dei Pooh, dei tuffi in piscina con microfono di Salmo, e della grinta consueta di Piero Pelù - ha aiutato. Blanco spaccatutto molto meno: era tardi e ha funzionato molto più sui social e su Raiplay. A quanto pare su quei fiori doveva sdraiarsi e strapparne solo qualcuno. Ha scelto invece la via più breve, quella di Sacchi. Chi è Sacchi? A differenza di quanto si possa credere, non ci si riferisce all’attuale Direttore Artistico del Club Tenco che porta questo cognome, ma a un compagno di scuola delle elementari e medie del fratello maggiore di chi scrive questo articolo, che usava, approfittando della sua robustezza, sollevare i banchi dei compagnucci e gettarli dalla finestra su via della Palombella, strada del centro di Roma con affaccio gradevolissimo verso la cupola del Pantheon, quartiere all’epoca, come si capisce facilmente dall’aneddoto, decisamente non frequentato da radical chic. Sacchi veniva ovviamente sospeso. Probabilmente Blanco avrebbe meritato una punizione simile. 

E la seconda serata come è andata? Beh… con una lezione di intonazione e classe di Morandi, Ranieri e Al Bano, innanzitutto: emozionanti, straordinari, bravissimi. Ma anche ingiudicabili: chi non li ha visti li vada a cercare su Raiplay: non è un consiglio, è un ordine! E c’è poi da concludere che le flessioni finali di Al Bano sul palco sono Rock, mentre gli strumenti rotti dei Maneskin o i fiori divelti di Blanco sono decisamente Lenti (questa è una citazione di Adriano Celentano, per chi non lo dovesse ricordare). Insomma, il vero divertimento della serata è arrivato da loro: dare voti ci appare irrispettoso. Come ci appare irrispettoso, e più grande di noi, parlare del momento che ha visto vicine Pegah e Drusilla per parlare di Iran, cioè di donne e di libertà, alle 22,15, su Rai Uno, davanti a milioni di spettatori. Servizio pubblico puro. Non sono mancati i momenti critici: la canzone polemica non prevista - con tanto di esposizione della foto del viceministro in divisa nazista - da parte di Fedez (che si è assunto la responsabilità) e l’intervento comico di Angelo Duro, che è apparso effettivamente troppo “duro”. 

Ma per tutto il resto si comincia - anche per fare un riassunto e una valutazione su entrambe le serate, sia dal punto di vista artistico che televisivo – a mettere voti.

Le canzoni in gara
Voto 6
Nello sforzo evidente di rappresentare ogni tipo di musica (tranne quella d’autore… ma perché, perché, perché? Che v’ha fatto?) la direzione artistica ha tentato di fare contenti tutti. Nulla – a parte qualche stonatura e urlaccio sguaiato – è apparso del tutto osceno, anche se non si faticherà a trovare la più brutta di tutte. Però al primo ascolto non abbiamo riscontrato il guizzo che fa saltare sulla poltrona, sia in bene che in male. E questo invece è necessario. Le canzoni in gara sono sembrate in gran parte simili, dai contenuti banali e scontati – a parte qualcuna – senza coraggio, senza allegria. Questo ha complicato anche un po’ la visione dello spettacolo televisivo che ne ha risentito. Benino insomma, ma si potrebbe fare molto meglio e forse l’anno scorso c’è stato più coraggio. Anche se sempre d’amore si era finiti a parlare. Anzi, a cantare. Che bello l’amore, ma a parte che quello di queste canzoni finisce, tranne qualche rara eccezione, sempre a scatafascio, non si potrebbe provare anche altro? Che so, il cibo, il calcio, la natura, le motociclette, il padel, il mare (è la voce del mio cuore), la montagna, la neve, il vino, i problemi intestinali, viva il lupo o in bocca al lupo, la guerra, la fame, l’obesità, la mafia, gli alieni, il traffico sul raccordo, il calcolo delle probabilità, l’oroscopo, le accise, il caro energia, il lago di Como, Giulio Cesare, la pazzia, la poesia, i polizieschi, le serie televisive, i fumetti, i sedani e le carote. Insomma, cari artisti, visto che di solito le canzoni ve le scrivono quindici autori, potreste suggerire loro qualche tema nuovo? Suvvia, dai, un po’ di fantasia!

L’Orchestra 
Voto 10
Cosa mai si potrebbe dire di male? Sono bravissimi, pazienti, coraggiosi, a volte allegri. La prima sera, al canto dei Pooh addirittura partecipi e posseduti. Certo non è colpa loro se gli archi sono costretti a suonare tutti insieme allo stesso modo: sono lontani i tempi in cui ad arrangiare le canzoni c’era Ennio Morricone… gli orchestrali, insomma, sono sempre immensi. Loro e i tecnici, spesso maltrattati ingiustamente, sono il fiore all’occhiello della manifestazione.

Gianni Morandi
Voto 10
Gianni Morandi è una risorsa fondamentale, un italiano straordinario; lo si ama, perché è intelligente, è simpatico, è per Amadeus la spalla perfetta, è quello che risolve i problemi e che ti può cantare anche l’inno nazionale e renderlo per quello che è: un canto del Popolo come era nelle intenzioni di Goffredo Mameli, patriota morto a poco più di venti anni per le ferite riportate durante la battaglia per difendere la Repubblica Romana, nel 1849, contro i Francesi. Ma questa è un’altra storia. O forse no: Goffredo Mameli avrebbe amato anche lui Gianni Morandi, le sue mani, il suo sorriso, la sua voce, i suoi abbracci, il suo modo civile e accogliente di essere italiano. E ovviamente la sua ramazza rossa. 

Amadeus
Voto 8
Amadeus è un animale televisivo eccezionale e ha una dote che sommamente è apprezzata e riconosciuta da chi nel proprio piccolo si occupa di spettacolo o fa una trasmissione quale che sia: sa fare rispettare i tempi e farli rispettare a Sanremo è quasi impossibile; lui spesso ce la fa: lo scorso anno quasi sempre, ieri è stato perfetto, oggi ha un po’ sforato. Ha poi sempre un grande aplomb, non lo smuove una cannonata, accoglie bene l’imprevisto, non esagera, sta nel suo, qualche volta fa il finto tonto, è gentile e umile. Per il suo ruolo è perfetto. Come presentatore e anche come autore. Sulla direzione artistica abbiamo detto. Quest’anno però, alla fine delle due serate, malgrado i gruppi, i meme, le risate, le arrabbiature, le novità da cambio palco, un po’ di stanchezza si è sentita. Anche se la seconda serata, soprattutto grazie a Morandi, Al Bano e Ranieri e al momento discoteca con i Black Eyed Peas, è andata meglio. Per il resto, su un certo grigiore della proposta musicale in gara si è già detto; forse non dipende solo da questo. Forse deve proprio durare di meno, o bisogna inventarsi qualcosa di nuovo per l’anno che verrà.

Francesca Fagnani
Voto 8
Ha annunciato i cantanti come si trattasse di violenti dittatori dell’America latina, in maniera anche inquietante. Ma per il resto è stata ironica e simpatica. E davvero molto capace, un’ottima compagna per i due conduttori e molto duttile evidentemente rispetto al lavoro degli autori. Si vede che è un animale televisivo di quelli davvero bravi e non diremo una “belva”, perché non lo è stata mai. Il monologo sul carcere minorile è stato un gran bel pezzo di giornalismo. Un editoriale come ci piacerebbe leggere sui giornali italiani. Farle dirigere un quotidiano?

E ora le canzoni, finalmente!

Will (W. Busetti, S. Cremonini, A. Pugliese) - Stupido
Voto 3
“Siamo ferite che ballano”? Testo banale e infantile, infantile come l’interpretazione (stonata) e l’interprete. Non si comprende l’entusiasmo della platea. Veramente si fa fatica a considerarla una canzone degna. Sì. Andrà molto in radio. Pazienza: in quei momenti la si terrà spenta.  

Modà (F. Silvestre, E. Palmosi, F. Silvestre) - Lasciami
Voto 5
Un altro abbandono sulla solita melodia sentita un milione di volte e le vocali allungate. E qualche incertezza nell’intonazione. I Negramaro ci sono già, anche i Pooh (c’erano ieri sera), insomma, perché? 

Sethu (M. De Lauri, G. De Lauri) - Cause perse
Voto 3
Per fortuna il testo è pubblicato, perché altrimenti si sarebbero comprese solo le parolacce. E le brutte intenzioni, per fare una citazione sanremese. Si tratta delle solite incomprensioni amorose. Mi spiace, saranno pagelle da boomer, ma imbarazzante: per dare un giudizio critico bisogna infatti trovare il bandolo della matassa da qualche parte. Qua non si capisce nemmeno dove sia la matassa. 

Articolo 31 (A. Aleotti, L.P. Aleotti, F. Abbate, V. Perrini, A. Colangelo, W. Perrini, D. Silvestri) - Un bel viaggio
Voto 6+
Il pezzo c’è, suona bene e il testo è vero e sentito: la storia (la loro storia) di due amici che diventano nemici ma poi capiscano che sono famiglia sempre. Peccato però il refrain un po’ infantile, che ridimensiona il giudizio tutto sommato positivo. 

Lazza (J. Lazzarini, D. Petrella, D. Faini, J. Lazzarini, D. Petrella) - Cenere
Voto 7 1/2
Un altro abbandono, ma stavolta funziona; Lazza è bravo, sta bene sul palco, il sound è coinvolgente, la produzione del pezzo è eccellente. La fragilità del testo sparisce. Lo sentiremo a lungo. E può vincere o comunque piazzarsi. 

Giorgia (A. Bianco, F. Roccati, M. Dagani, M.M. Fracchiolla, A. Bianco, F. Roccati) - Parole dette male
Voto 6 1/2
Purtroppo il pezzo, pur avendo un buon testo, è fragile, già sentito, un po’ vecchio nel suono e, incredibilmente, Giorgia non ha cantato certo al suo massimo. La nota buona è che ha evitato eccessi di gorgheggi come a volte ci ha (male) abituato. Ha cantato come avrebbe fatto Loredana Berté, quando la luna bussava.

Colapesce Dimartino (A. Dimartino, L. Urciullo) - Splash
Voto 7
Onestamente se non ci fosse stata la musica leggerissima, forse il gioco avrebbe funzionato ancora bene, anche perché il testo è davvero intelligente. Però non ha quella forza, quell’immediatezza ironica di allora. Comunque il pezzo merita un buon voto, anche perché ha un bell’arrangiamento, non proprio originale (vagamente battistiano), ma piace, non a caso si è piazzato molto in alto nella classifica della sala stampa.   

Shari (S. Noioso, L. Fenudi, R. Puddu, M. Pisciottu, S. Noioso) - Egoista
Voto 2
Allucinante e incommentabile. Non può andare bene tutto, neanche a Sanremo.  

Madame (Madame, N. Biasin, L. Sinigaglia, Madame) - Il bene nel male
Voto 7 +
Non è il suo pezzo migliore, ma Madame è davvero brava, la canzone ha una bella produzione musicale e funziona, grazie anche a un testo molto intelligente e ben costruito. E parla di prostituzione: quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti, ma alberi.

Levante (Levante) - Vivo
Voto 6 +
La dimostrazione che una canzone è un racconto in musica e parole in pochi minuti e non ha senso dividerli: questo è un brano con un testo che ripete frasi quasi a loop, eppure prende corpo ed energia e vita (non a caso) nell’incedere del canto, nella forza crescente del suono. È un pezzo discreto, funzionerà molto in radio; in definitiva, però, sembra mancare qualcosa. Da riascoltare. 

Tananai (A. Cotta Ramusino, D. Simonetta, P. Antonacci, A. Raina, A. Cotta Ramusino) - Tango
Voto 6
Melodia arrangiata (sarà l’orchestra) come una ballata primi anni Ottanta e ci si aspetta di ballare più che un tango, un lento. È sorprendentemente molto piaciuta in Sala Stampa, mentre a chi ascolta ha ricordato Pupo – anche la voce ha vagamente quel tipo di timbro– e per questo vorrebbe dimenticare. Ma a quanto pare occuperà la quota melodica nelle playlist radiofoniche dei prossimi mesi. Passeranno.

Rosa Chemical (M. F. Rocati, P. Antonacci, O. Inglese, D. Simonetta) - Made in Italy
Voto 8
Suona alla grande, divertente, intelligente, dissacrante con leggerezza, ballabile, radiofonica e poi merita un punto in più per l’inutile attacco della deputata di Fratelli d’Italia. Anche se non è la canzone più bella, chi scrive questo articolo ha deciso di tifare per Rosa.

LDA (L. D’Alessio, A. Caiazza, F. D’Alessio, L. D’Alessio) - Se poi domani
Voto 4 1/2
Un’altra canzone uguale a mille altre che passano quotidianamente nelle Radio italiane. Molto sentita, molto banale e scontata; un compitino abbastanza inutile e insufficiente. SI poteva usare maggiore indulgenza, ma: “Tu che disegni i silenzi a matita è così che ti senti capita” non si può davvero accettare. 

Paola & Chiara (J. Ettorre, A. La Cava, P. Iezzi, C. Iezzi, J. Ettorre, A. La Cava, G. Cremona, F. Mercuri, L. Grillotti, E. D. Maimone) - Furore
Voto 6
Una ballabile degli anni Novanta, cantata in modo vagamente nasale. Ce ne sono già altre, ma per danzare in una festa di quaranta e cinquantenni può essere utile. Però, quel che resta sconcertante è il fatto che per scriverla si siano impegnati in nove. Uno bastava, eh?!

E a questo punto Buon Festival, vinca pure chi dovrà vincere e… parappappappapparà!

TEMI: Musica
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